“Adele è la proprietaria di un bar situato in una zona di periferia di una grande città, nella quale recentemente sono stati aperti nuovi uffici. La sua clientela, quindi, nel giro di sei mesi, è profondamente mutata: ai classici avventori della mattina, che richiedevano tipicamente brioche e caffè, si sono aggiunti impiegati e personale degli uffici, che hanno iniziato a richiedere piatti per la pausa pranzo da asporto.

Quando si è accorta di questo cambiamento, Adele ha cercato di adeguare la sua offerta, quindi ha chiesto al suo fornitore di fiducia come poter migliorare il menu e quali piatti proporre.

Il suo fornitore, molto attento alle referenze, ma meno al contesto nel quale queste devono essere inserite, le ha suggerito di puntare solo e unicamente sulle insalate, associando il target dell’impiegato a una persona che vuole mangiare light. Il ragionamento sarebbe stato corretto, se non fosse stato applicato con una precisione svizzera: in realtà, i nuovi clienti di Adele sono giovani che amano sperimentare, che ogni giorno vogliono cambiare tipologia di cibo. È vero, amano l’insalata, ma anche il sushi, il panino con l’hamburger di carne chianina e soprattutto la pizza gourmet.

Stringendo troppo la sua offerta e non valorizzando la pizza quale prodotto strategico e di sicuro successo e appealing per i suoi nuovi clienti, Adele si è ritrovata con una pausa pranzo triste, perché non è riuscita a fidelizzare i consumatori”.

Come sarà finita questa storia? Adele sarà riuscita a proporre ai suoi nuovi clienti anche la pizza tanto richiesta?

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